venerdì 26 agosto 2011
mercoledì 10 agosto 2011
ControInformazione
Sabatini, Cappelli, Fiorentino, Dibenedetto, Baldini e Pallotta BLA-BLA-BLA.
Alla Fine, in questo modo, grazie all’asservimento mediatico praticamente totale e alla complicità determinante di molti tifosi della Roma (alcuni pagati, molti altri narcotizzati dai media “retribuiti”), i gerarchi leghisti, berlusconiani e gheddafiani di Unicredit si sono ormai quasi assicurati lo scopo fondamentale: conservare e consolidare gli assetti di potere esistenti e tutelare i potentati italiani precostituiti, sia nella loro espressione calcistica (milan-inter-juve + servi consenzienti senza pretese di competizione) che extracalcistica (Mediaset/Berlusconi-Saras/Pirelli/Telecom-Fiat + clientele diffuse varie, conniventi e senza pretese di reale concorrenza rispetto all’oligopolio). Dunque niente vendita della asRoma (strappata ai Sensi perché troppo poco addomesticabili e per niente funzionali rispetto a questo disegno) a magnati seri come Sawiris o altri che avessero scopi di grandezza e di competizione per il vertice (oltre che di reale rottura dall’esterno del monopolio protetto e protezionista italiano), ma suo mantenimento sotto il controllo della banca di regime attraverso la parziale cooptazione di prestanome finto-americani e senza capitali da investire, con lo scopo di un immediato e prolungato ridimensionamento (subito attuato attraverso il mercato del “mitico” Sabatini) che, soprattutto in vista dei soli tre posti Champions disponibili in serie A (limite destinato a durare negli anni, e meritatamente, visto lo stato comatoso e mafioso del calcio italiano), garantisca in maniera quasi assoluta alle tre squadre di regime (e ai loro padroni clienti e soci di UniCredit) il piazzamento e le entrate della Champions League, avendo finalmente tolto di mezzo la concorrenza dell’unica squadra (Napoli a parte nell’ultimo campionato, ma se necessario alla lunga interverranno pure con De Laurentis, temo) che in questi anni, grazie alla capacità, ai sacrifici economici e all’onestà della famiglia Sensi (sia padre che figlia), ha sempre dato filo da torcere e qualche volta anche fatto saltare i giochi al regime calcistico precostituito.
L'INVESTIMENTO - Ma quanto è costata la Roma? Circa 44 milioni, escluse commissioni e tasse varie, al netto dell'Opa e dell'aumento di capitale. Spieghiamo. La valutazione della società, nella fase preliminare della cosiddetta enterprise value, era di circa 200 milioni di euro. A questa cifra però dovevano essere sot¬tratte le passività e una serie di altre vo¬ci ( spese, ammortamenti), che hanno portato la somma a circa 110. Il gruppo guidato da Thomas DiBenedetto, negli accordi stipulati il 15 aprile, ha acqui¬stato il 60 per cento del... 67 per cento del club (che fa appunto 44 milioni): l'al¬tro 40 per cento è rimasto a Unicredit. Il rimanente 33 per cento della società è invece sul mercato azionario, in attesa dell'Offerta pubblica di acquisto (Opa) obbligatoria per legge. (fonte : Corriere dello sport, R. Maida –ovvero praticamente UniCredit stessa).
Quello che va aggiunto è che la transazione si compie a fronte di un prestito di (finora) complessivi 40 milioni concesso da Unicredit agli acquirenti ma accollato non alla Dibenedetto Llc e nemmeno alla nuova controllante del pacchetto di maggioranza Neep Roma Holding, bensì direttamente alla asRoma, che quindi parte già indebitata con UniCredit (cosa che non era prima).
La strategia “calcistica” di costoro è chiara: vendere/regalare o mandare via tutti i giocatori con l’ingaggio più alto di 1,5-1,7 mln (cioè quasi tutti i più forti, a parte Doni).
Si comincia da Mexes regalato (gratis) da UniCredit all’amico Silvio, poi altra marchetta fatta a Moratti evitando di comprare quando si poteva R.Alvarez a 8 milioni per lasciarlo all’Inter quasi allo stesso prezzo, poi Menez semi-regalato allo sceicco del Psg (che doveva conservarsi evidentemente i 43mln per finanziare Zamparini) a un prezzo ridicolo e vergognoso con la scusa di dover poi comprare un portiere che ancora non hanno pagato (invece di puntare, se necessario, rimotivandolo su J.Sergio), poi la marchetta più vergognosa di tutte cioè il quasi regalo di Vucinic (giocatore da salto di qualità e quello tecnicamente più forte dopo Totti) alla Juventus/Fiat (di entrambe le quali UniCredit è grande finanziatrice e abbondante creditrice… come del resto lo è anche di Saras e Mediaset... mica si chiamano Italpetroli) alla “folle somma” di 15mln + bonus…
E qui sta la parte più vergognosa: oltre a (in un colpo solo) diminuire il potenziale tecnico della Roma e far fare un salto di qualità a una diretta concorrente a prezzo di (grande) favore, è stato previsto che i 15mln siano pagabili in tre anni (5 all’anno, quindi quest’anno la Roma per Vucinic intasca 5mln), per non dire poi della vergogna dei bonus (1 o 2mln che siano, anch’essi in più anni) legati alla Champions, con cui in pratica si scommette (e magari pure ci si augura) che la Juventus arrivi prima della Roma, cosa che grazie a Vucinic probabilmente avverrà.
Va precisato che le cessioni (svendite) di Vucinic e Menez sono state adeguatamente preparate ed apparecchiate alla piazza da almeno 7-8 mesi, tramite loro costante denigrazione e bombardamento da parte di giornali e radio imbeccati da UniCredit, che hanno costantemente denigrato le loro prestazioni (mentre esaltavano per es. Doni e Juan), contribuendo a peggiorarne il rendimento e lo stato d’animo e facendone per mesi i capri espiatori della stagione negativa (indotta?) della squadra agli occhi dei tifosi rimbecilliti e narcotizzati (e alcuni pure pagati), con lo stesso meccanismo di malaffare mediatico e velinaro, anche se più in piccolo, messo già in atto (per almeno 4 anni, con il coordinamento proprio di Cappelli) quando si è trattato di preparare il terreno per rapinare la asRoma alla famiglia Sensi (oltre che per probabilmente consentire in più occasioni aggiotaggi vari a molti loro amici)
Non è finita. Tutto questo in attesa di svendere a qualcuno pure Borriello (che onestamente, dovendo scegliere, era forse l’unico da vendere -tenendo però tutti gli altri - principalmente perché era quello con età e ingaggio più alti: il suo ingaggio era pari alla somma di quelli di Vucinic e Menez), e infine probabilmente cedere a prezzi modici e/o regalare a qualche amico potente De Rossi (se non già quest’anno, l’anno prossimo): a chiudere del tutto il cerchio mancherebbe solo la cacciata di Totti, anche se già ci ha provato Baldini in prima persona a farglielo capire (l’unica cosa per cui finora abbia fatto un passo “ufficiale”, per il resto Franco pare davvero pigro...), e sicuramente non è escluso che insista e ci riprovi più avanti, fino a far passare la voglia al Capitano e costringerlo/convincerlo a ritirarsi o ad andarsene ai L.A. Galaxy (ennesima offerta d’oro, finora rifiutata come tutte le altre in passato) o altrove… così poi il merchandising lo faranno con le magliette di Dibenedetto e le sigarette di Sabatini, e magari pure le mutande di Cappelli…
E in questo modo avranno attuato completamente anche l’altro intento (evidentemente necessario ai loro scopi) di rimuovere tutti i romanisti (o almeno quanti più possibile) dalla gestione della asRoma: fatta fuori innanzitutto (e finalmente, per loro) la famiglia Sensi, boicottato e cacciato Ranieri, Bruno Conti mandato a occuparsi dei bambini (perché questo significa la supervisione del settore giovanile senza primavera e allievi, scorporati: evidentemente il suo ottimo lavoro andava quantomeno marginalizzato), accettate le dimissioni di Pradè (che, pur avendo altri 2 anni di contratto, si è dimesso quando probabilmente ha visto quello che intendevano fare questi, cioè cose a cui non voleva prestarsi: e tra l’altro, se c’è uno che in questi anni si è rivelato straordinario a comprare calciatori pur con pochi soldi – e senza pagare tangenti a procuratori etc – e soprattutto a vendere al meglio, e senza fare marchette, quelli che andavano ceduti, questo è Daniele Pradè, altro che ‘sto fenomeno mediatico di Sabatini).
Perché questa è una domanda che bisognerà pure farsi: ma come mai, qualunque cosa faccia, nessuno parla mai male da nessuna parte di Sabatini (mentre ovviamente R.Sensi, Conti e Pradè venivano incessantemente e dappertutto massacrati)? Perché lo descrivono tutti e dappertutto come una specie di fenomeno dalle capacità superiori e lo fanno passare – senza che ci siano tutti questi fatti a dimostrarlo – come il più grande dirigente sportivo del mondo? Ma non sarà piuttosto che è uno dei più grandi leccaculo di giornalisti d’Italia e che è ammanicato con tutti loro (oltre che con i vari Zamparini, Marotta etc), visto che passa il suo tempo appresso a costoro, i quali in cambio fanno passare lui per quello che non è (tanto con la creduloneria dei tifosi della Roma ci vuole poco).
Alla Fine, in questo modo, grazie all’asservimento mediatico praticamente totale e alla complicità determinante di molti tifosi della Roma (alcuni pagati, molti altri narcotizzati dai media “retribuiti”), i gerarchi leghisti, berlusconiani e gheddafiani di Unicredit si sono ormai quasi assicurati lo scopo fondamentale: conservare e consolidare gli assetti di potere esistenti e tutelare i potentati italiani precostituiti, sia nella loro espressione calcistica (milan-inter-juve + servi consenzienti senza pretese di competizione) che extracalcistica (Mediaset/Berlusconi-Saras/Pirelli/Telecom-Fiat + clientele diffuse varie, conniventi e senza pretese di reale concorrenza rispetto all’oligopolio). Dunque niente vendita della asRoma (strappata ai Sensi perché troppo poco addomesticabili e per niente funzionali rispetto a questo disegno) a magnati seri come Sawiris o altri che avessero scopi di grandezza e di competizione per il vertice (oltre che di reale rottura dall’esterno del monopolio protetto e protezionista italiano), ma suo mantenimento sotto il controllo della banca di regime attraverso la parziale cooptazione di prestanome finto-americani e senza capitali da investire, con lo scopo di un immediato e prolungato ridimensionamento (subito attuato attraverso il mercato del “mitico” Sabatini) che, soprattutto in vista dei soli tre posti Champions disponibili in serie A (limite destinato a durare negli anni, e meritatamente, visto lo stato comatoso e mafioso del calcio italiano), garantisca in maniera quasi assoluta alle tre squadre di regime (e ai loro padroni clienti e soci di UniCredit) il piazzamento e le entrate della Champions League, avendo finalmente tolto di mezzo la concorrenza dell’unica squadra (Napoli a parte nell’ultimo campionato, ma se necessario alla lunga interverranno pure con De Laurentis, temo) che in questi anni, grazie alla capacità, ai sacrifici economici e all’onestà della famiglia Sensi (sia padre che figlia), ha sempre dato filo da torcere e qualche volta anche fatto saltare i giochi al regime calcistico precostituito.
Questo è (e lo dimostrano i fatti, basta volerli vedere) il vero scopo di UniCredit e il vero motivo dell’attacco scatenato e realizzato contro i Sensi. Evitare che qualcuno potesse rompere o addirittura sconvolgere gli equilibri di potere /calcistico e non) consolidati.
E non regge nemmeno la scusa dello stadio: è chiaro che UniCredit ha interesse a mandare in giro la storiella che a loro interessa mantenere il controllo sulla asRoma per gestire in prima persona la costruzione dello stadio, sicuramente una versione dei fatti più facile da far accettare ai tifosi (ai quali probabilmente interesserà che lo stadio si costruisca piuttosto del chi sia a farlo), ma i gerarchi di UniCredit non sono così scemi da non sapere che a Roma lo stadio di proprietà probabilmente non si costruirà mai, dato che in ballo ci sono gli interessi di nuclei di potere come il Coni (in primo luogo), palazzinari influentissimi, potentati vari (vaticano, governo centrale, comune, bande e clientele varie); semmai lo stadio che a loro interessa è quello della Juve, che infatti hanno ampiamente finanziato (così come finanziano la Juventus e soprattutto la fiat) e contribuito a realizzare in pochissimo tempo. E adesso stanno finendo di lavorare perché in quello stadio – invece che a Roma – si giochino le prossime Champions League e si decidano i prossimi vertici della serie A, sulla linea Milano-Torino-Milano, Fiat-Pirelli-Mediaset.
E i tifosi della Roma per lo più sono pure contenti. Complimenti. Evviva la tifoseria più cogliona d’Italia.
sabato 6 agosto 2011
Complicità in che?
Caro Sabatini (su Fenucci e sugli altri laziali cooptati nell'asRoma al servizio di Baldini e degli altri leghisti di UniCredit meglio stendere un velo pietoso), ma quando parli di "complicità" intendi "complicità" in che??? ALTRO CHE COMPLICITA', QUESTO E' FAVOREGGIAMENTO!!! Favoreggiamento (realizzato) nella distruzione della Roma da ex società calcistica di vertice quale è stata stabilmente negli ultimi 15 anni grazie alla gestione Sensi (padre e figlia).
Alibi
"Roma non è stata costruita in un giorno" (così continuano a far ripetere al prestanome DiBenedetto).
Vero, ma in compenso voi - cari DiBenedetto & soci - l'avete affossata in pochi mesi.
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